Pagella web: 5 mosse per valutare la qualità del tuo sito internet
03/02/2019
Com’è il tuo sito internet? Veloce e competitivo? Lento ma bello? Vecchio e solido? In 5 mosse analizzeremo insieme il tuo sito web, per dargli 5 punteggi che alla fine decreteranno se il tuo sito è da salvare o da ristrutturare.
In questa guida cercheremo anche di rispondere ad alcune domande che sentiamo di frequente:
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Aprire e creare un sito web non è facile. Creare un sito internet veloce, facile da navigare e bello da vedere è ancora più difficile. Ma una volta che il sito è pronto in quale maniera possiamo essere sicuri che sia veramente di alta qualità?
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Cosa distingue un sito internet professionale da uno amatoriale?
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Ma sopratutto: si può misurare e valutare tutto questo in maniera oggettiva, oppure si tratta solamente di un’opinione?
Opinione? No, matematica: la qualità di un sito web si può misurare.
Valutare la qualità di un sito web è in buona parte questione di numeri: molti dei parametri (non tutti) sono realmente quantificabili, e quindi possono essere confrontati. Possiamo usarli per valutare il nostro sito (e i successivi interventi di miglioramento o ristrutturazione) me possiamo anche semplicemente usarli per fare un confronto con i nostri concorrenti.
In ogni caso, possiamo avere un metro di giudizio quanto più oggettivo possibile.
Il lavoro di valutazione lo potete svolgere voi autonomamente, oppure potete chiedere ad una web agency di svolgere un check-up del vostro sito web. In questo caso otterrete probabilmente anche una serie di suggerimenti e delle priorità, che potranno guidare la decisione di dove intervenire e in che ordine.
Ecco come possiamo procedere, e quali dati dobbiamo analizzare.
Alcuni parametri possiamo misurarli con un valore “assoluto”:
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La velocità media di risposta del sito web, misurata lato server
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La velocità media di caricamento del sito, misurata sul nostro browser
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Il peso della pagina in MB
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Il valore di ottimizzazione delle immagini (in percentuale di compressione)
In altri casi, la presenza o l’assenza di determinati elementi o tecnologie nelle pagine possono servire da base per la creazione di un punteggio, che può misurare:
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la conformità alla normativa
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l’accessibilità del sito web
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l’ottimizzazione ai motori di ricerca (SEO)
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l’ottimizzazione alle conversioni e alla fruizione completa del materiale nel sito web
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e molti altri parametri che vedremo nelle varie sezioni
Vediamo quindi punto per punto ognuno di questi parametri, e creiamo il nostro questionario. Alla fine potremo rispondere alla domanda: ma il mio sito web, è di qualità o no?
Misurazioni tecniche: velocità, peso, accessibilità e autorevolezza
La prima area che consideriamo è quella degli aspetti tecnici. Si tratta di velocità, peso della pagina e tempo di caricamento.
A prima vista, misurare la velocità di un sito web è una questione apparentemente molto semplice: basta navigarlo, no?
Si tratta invece di un problema più complesso:
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La misura che percepiamo sul nostro computer dipende in larga misura da fattori esterni:
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fattori tecnici relativi alla rete e alla connessione: la velocità della nostra rete; il numero di dispositivi collegati in questo momento; la velocità del nostro fornitore internet (ultimo miglio); la distanza tra noi e il server di hosting ed eventuali colli di bottiglia lungo la rotta prescelta;
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fattori che influenzano la visualizzazione del sito: la velocità del nostro computer, le risorse disponibili al momento, gli eventuali altri programmi attivi, il tipo di browser usato.
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Nemmeno la misura misurata da noi “lato server” è pienamente indicativa del tempo che ci mette il sito ad essere visualizzato: bisogna prendere in considerazione l’intero percorso del dato, e non solo il tempo che ci impiega il server a completare l’invio.
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Le diverse versioni del sito web (desktop, mobile…) hanno esigenze differenti di misurazione
Il modo migliore per avere una misura affidabile è utilizzare quindi un servizio esterno. Questo garantisce che ogni misurazione sia paragonabile a quella precedente e a quella di altri siti web. Questo è particolarmente utile per valutare la performance della concorrenza, e quella del nostro stesso sito web prima e dopo aver fatto un intervento di ottimizzazione.
Strumento numero 1: Google PageSpeed Insights e Mobile Validation
PageSpeed Insights è il primo strumento che useremo per la nostra valutazione. Con questo strumento abbiamo la possibilità di vedere come Google stesso valuta la velocità del nostro sito. Questo ha delle ricadute immediate sulla misura di autorevolezza del nostro sito, e comporta un vantaggio (o una penalità) in termini di posizionamento nei risultati di ricerca.
Il risultato di Google è espresso da due punteggi ognuno da 0 a 100, uno per la versione desktop e l’altro per la versione mobile.
Assieme ai due punteggi, il risultato riporterà anche una serie di suggerimenti per migliorare la velocità del sito e quindi la valutazione complessiva.
Per gli sviluppatori, è utile sapere che questo strumento è integrato negli strumenti di sviluppo di Google Chrome, e può essere usato per testare la nostra versione di sviluppo: in questo modo è possibile integrare in maniera continua i controlli, ed ottimizzare il sito man mano che si procede con lo sviluppo.
Ancor prima di procedere alla valutazione della velocità sui dispositivi mobili, è sempre utile fare una verifica con il Test di ottimizzazione mobile, per controllare preventivamente che tutto funzioni come deve: è inutile ottimizzare le prestazioni sul mobile, se questo test fallisce.
Strumenti simili, che possiamo usare insieme a questo sono:
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e molti altri. Questo tipo di analisi è relativamente semplice da implementare, pertanto vi sono numerosi strumenti che possono essere usati per questo scopo.
Strumento numero 2: Pingdom Tools
Pingdom Tools è uno strumento parzialmente simile a quello di Google, a cui è molto utile affiancarlo: qui le indicazioni sono più visuali, e l’analisi è fatta in maniera diversa. La valutazione finale è espressa in un punteggio da F a A, una percentuale (il X% del siti è più veloce/più lento del tuo), e una serie di indicazioni per migliorare il punteggio.
E’ molto importante, prima di iniziare il test, la scelta del server da cui effettuare il test, che deve essere il più vicino possibile alla posizione dei vostri visitatori. Sfortunatamente non è presente una postazione di testing in Italia, ma (se la vostra clientela è principalmente italiana) sarà importante scegliere quantomeno una postazione in Europa (Londra o Francoforte): in caso contrario, la velocità misurata sarà di default quella statunitense, e sarà molto superiore a quella percepita dai vostri visitatori.
Uno dei dati utili di Pingdom Tools è la valutazione precisa del peso della pagina. Qui è facile rendersi conto se la nostra pagina ha un peso “ragionevole” (diciamo, 1MB, o 2MB) oppure è completamente fuori standard: abbiamo visto siti con home page da 30MB e oltre, una misura che non solo li rende incredibilmente lenti, ma espone i loro visitatori al rischio di consumare in pochissimo tempo molta banda, che per chi naviga da telefono può essere un problema.
Strumento numero 3: Google Search Console (ex Google Webmaster Tools)
La Search Console è uno strumento di fondamentale importanza per qualunque webmaster. Permette infatti di aprire un canale di comunicazione diretto tra il gestore del sito web e il motore di ricerca Google. I dati mostrati in questo strumento non sono infatti misurati sul vostro sito web (a differenza di Google Analytics) ma sono una vista diretta su quello che il motore sa e conosce del nostro sito.
Ai fini della valutazione di qualità ci concentreremo sulle viste dedicate ai problemi e alla copertura dell’indice.
Va da sé che tutti i problemi dovrebbero essere risolti prima di fare la valutazione. Google fornisce una guida dettagliata ai bug che trova, e la nuova versione rilasciata recentemente è molto più esplicita e facile da capire: un grande aiuto a rendere il vostro sito più veloce e la navigazione più fluida.
Anche la copertura dell’indice è uno strumento utile alla valutazione della qualità: se molte pagine mancano nell’indice, e la copertura è pertanto incompleta, significa che nel sito ci sono problemi, probabilmente a livello di codice o a livello di strutturazione del sito e della navigazione, che non permettono a tutto il contenuto di essere esplorato in maniera automatica.
Anche gli altri motori di ricerca spesso dispongono di strumenti simili, che vale la pena esplorare. (Ebbene sì, nel 2019 esistono ancora motori che non sono Google!! Provare per credere...)
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Anche se non lavorate con la Russia Yandex Webmaster può essere utile
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DuckDuckGo purtroppo non ha un suo strumento analogo, perché il motore dichiara di raccogliere i siti da altre fonti.
Strumento 4: Wave
Wave serve alla valutazione (in maniera molto grossolana, per la verità) dell’accessibilità del sito web.
La valutazione dell’accessibilità è una tematica molto ampia, e difficilmente è automatizzabile. Con Wawe però possiamo, quantomeno, valutare alcuni dei parametri più semplici, che costituiscono delle violazioni serie all’accessibilità di un sito web:
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Il contrasto tra il testo e lo sfondo, cioè la leggibilità generale del sito web
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La titolazione e strutturazione dei contenuti (outline)
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La mancanza di testo alternativo alle immagini
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L’uso scorretto di tag HTML per il layout
E’ utile notare che tutte queste voci concorrono non solo al miglioramento della percezione del vostro sito da parte dei visitatori, ma a un netto miglioramento anche della valutazione di Google, e quindi del posizionamento nei motori di ricerca.
Sì, anche il contrasto: in casi estremi, in cui il testo risultasse del tutto invisibile, Google potrebbe rilevare un uso di tecniche di “testo camuffato” o di “cloaking”, vietate dal suo codice di condotta. Questo si verifica quando il sito mostra una cosa ai visitatori, e un’altra ai motori di ricerca, e comporta una forte penalizzazione.
Strumento 5: MOZ Link Explorer
Nella sua versione gratuita, MOZ Link Explorer contiene alcune informazioni importanti circa il vostro sito web e il vostro dominio. In particolare, cercate il valore del vostro “domain rank”: è utile per capire se il vostro dominio ha autorevolezza nel web.
Un rank inferiore a 20 è indice di scarsa qualità e di ampio margine di miglioramento.
Valutazioni qualitative: tutto il resto
Fiducia
La fiducia di un sito internet è piuttosto semplice da definire, perché è strettamente intrecciata con il rispetto delle principali normative che si applicano alla vita digitale: la normativa sulla privacy (la famigerata GDPR), la legge sui cookie (nella sua incarnazione italiana), la legislazione sul commercio elettronico, il codice di consumo, la legge che regola i dati obbligatori sulle informazioni sulla corrispondenza, la normativa fiscale.
Un controllo accurato del rispetto alla normativa di un sito web è un compito complesso e richiede professionalità e tempo. A noi interessa fare una verifica molto più superficiale, ma comunque utile al nostro scopo.
Certo, anche il numero di fan sui social network conta. La “popolarità” di un sito web però non è il miglior indice di affidabilità.
Se ci sono errori o difetti evidenti di sicurezza, allora il punteggio di questa area sarà immediatamente 0. In caso contrario, possiamo provare a fare alcune considerazioni sulle questioni di fiducia, e quindi di qualità generale del sito.
Muniamoci allora di un po’ di pazienza, e mettiamoci nei panni del pignolo:
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Al primo accesso sul sito, prima di compiere qualsiasi azione (incluso lo scorrimento) compare la barra di avviso sui cookie? (Alcuni siti web non usano cookie, e allora la barra non è necessaria. Tuttavia sono un numero ristretto).
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Nella barra dei cookie, è presente un link all’informativa sui cookie? Cliccando l’informativa, essa appare realmente oppure è solamente una pagina vuota o inesistente? L’informativa è sufficientemente dettagliata? Indica i tipi di cookie e lo scopo per il quale sono usati?
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Sono presenti i dati di contatto in ogni pagina? Si tratta di: ragione sociale completa, indirizzo della sede, numero di telefono, email, numero di partita IVA.
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In ogni pagina, è presente un riferimento alla Privacy Policy?
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La Privacy Policy è dettagliata? Riporta il riferimento alla GDPR (oppure non è aggiornata, e continua a fare riferimento alla legge 196/2003)? Riporta, per ogni tipo di trattamento, la sua base giuridica? Indica dove sono conservati i dati, e per quanto tempo?
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Prima dell’invio di qualsiasi modulo, è chiaramente richiesto il consenso, ed è possibile leggere il testo dell’informativa in maniera chiara?
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Il codice richiama Google Analytics? Se sì, questo viene citato nella privacy policy e cookie policy?
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Bonus, per chi sa leggere il codice HTML: aprite la sorgente della pagina, e provate a vedere se l’indirizzo IP dei visitatori viene anonimizzato o viene mandato in chiaro.
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Esiste una pagina “Chi siamo”, con i dettagli e la presentazione delle persone dietro al sito web?
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Il sito fa uso di navigazione protetta? E’ facile vederlo: se usa il protocollo HTTPS e nella barra degli indirizzi appare un lucchetto verde allora la risposta è sì.
Alla fine di questa indagine, avremo una serie di risposte sì/no. E’ quindi facile dare un punteggio complessivo, che può anche essere semplicemente +1 per ogni “sì”, -1 per ogni “no”: che qualità ha il vostro sito web?
Fattori umani
I fattori umani coprono una vasta area di interesse, e (come per la Fiducia) possiamo fare solo una verifica cruda e approssimativa. Tuttavia, anche in questo caso, questa prima verifica può fornirci sia una valutazione del sito, che una lista di priorità sulle quali intervenire per renderlo migliore.
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Abbiamo già fatto la nostra verifica con alcuni strumenti, che qui sono rilevanti.
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I problemi rilevati da Wave sono la base per la nostra valutazione dei fattori umani: contrasto, outline, testi alternativi, ecc…
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La verifica mobile di Google ci ha indicato se ci sono problemi di navigazione con schermi stretti.
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Il test di velocità di Google ha verificato se il sito è sufficientemente ottimizzato.
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Infine il test di Pingdom ci ha mostrato il peso della pagina e il numero di richieste.
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Possiamo poi verificare alcuni problemi tipici, che possono rendere il sito più difficile da usare:
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Quante voci ha il menù di navigazione, e quanti livelli di annidamento (ideale: da 5 a 7 voci per menù, con non più di due/tre annidamenti)? Ogni informazione è raggiungibile in massimo 3 click?
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Gli elementi standard si trovano nelle posizioni canoniche? Il logo è in alto a sinistra, ed è cliccabile per tornare alla home? Il menù è facilmente individuabile?
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Ci sono call to action chiari in ogni pagina? In altre parole, si capisce cosa il sito vuole farci fare (es. acquistare, informarsi, partecipare, …)?
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Funzionamento con JS spento: è utile provare a navigare il sito web con JavaScript disattivato. Questo permette di rendersi conto cosa succede se la persona naviga con un dispositivo non aggiornato, non sufficientemente evoluto per interpretare il nostro codice, o non adatto a farlo. Si pensi ai lettori a schermo per persone cieche o ipovedenti, ma anche in mobilità. Particolare attenzione va posta alla navigabilità del sito: il menù deve essere completamente funzionante anche con JavaScript spento.
Come è facilmente intuibile, questa è la punta dell’iceberg dei fattori umani. Se però il sito da analizzare vìola questi pricìpi chiave, allora la qualità in questa area sicuramente è compromessa.
Contenuto
Quando si pensa ad un sito internet “in astratto”, il contenuto è quello che viene in mente per primo: cosa ci metto? Che fotografie uso? Quale pubblico voglio ingaggiare?
Purtroppo, nel momento in cui il sito viene effettivamente commissionato, si scopre che realizzare i contenuti non è poi tanto semplice. Questa operazione si rivela non solo complessa e laboriosa, ma anche costosa. Bisogna saper scrivere i contenuti e avere il tempo per farlo, oppure bisogna ingaggiare un copywriter professionista (che logicamente non potrà fare questo lavoro senza il suo equo compenso).
Ancor più evidente è il problema quando si parla di fotografia: le immagini del sito dovrebbero essere di alta qualità, possibilmente professionali. Dovrebbero essere memorabili e uniche, e comunicare in maniera diretta i valori, lo spirito e il messaggio del vostro sito (e della vostra attività). Quasi sempre invece le fotografie sono scattate con uno smartphone o prese dall’archivio di famiglia, o (peggio) sono acquistate da stock. Le fotografie dall’archivio personale possono avere un ruolo importante nel presentare la propria storia, purché se ne faccia un uso giudizioso… diverso il discorso per le fotografie di stock: anche loro hanno certamente il loro posto nel processo di web design, tuttavia utilizzarle per la propria “hero image” (cioè l’immagine principale della home page) rischia di essere davvero imbarazzante, quando anche la concorrenza dovesse scegliere la stessa identica immagine nella propria comunicazione!
Vediamo quindi come basare la nostra valutazione del contenuto di un sito web:
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Quanto contenuto è presente in home page? E’ sufficiente per capire a grandi linee chi siamo, di cosa ci occupiamo, come contattarci?
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Le pagine interne hanno contenuto sufficiente? Si tratta di uno o due paragrafi per pagina (decisamente troppo poco) oppure si tratta di contenuto ben strutturato e articolato?
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Com’è la qualità del contenuto? E’ scritto bene, oppure è pieno di errori di battitura, ripetizioni, refusi?
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I testi sono naturali e interessanti, oppure sono stati scritti pensando più ai motori di ricerca, e quindi pieni di ripetizioni delle stesse parole chiave (in gergo SEO: keyword stuffing)?
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Le immagini sono di qualità? Hanno dimensioni sufficienti per essere fruibili? Sono originali, o prevalgono le immagini acquistate da stock?
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Ci sono pagine “in costruzione”? L’idea stessa di “pagina in costruzione” è un concetto preso direttamente dagli anni ‘90, quando il riferimento era la carta stampata e il sito era paragonato a una pubblicazione: oggi va da sé che un sito è sempre in continuo aggiornamento, e pertanto scrivere “pagina in costruzione” non può più essere una scusa valida per del contenuto mancante.
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Com’è la situazione delle traduzioni, per i siti multilingua? I contenuti sono tutti tradotti, o ci sono pezzi di sito nella lingua originale?
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E ora, concediamoci pure una (singola) dose di soggettività: questo sito è bello, brutto, o sembra uscito direttamente da Geocities?
Interconnessione e social network
Questa area riguarda più una valutazione della comunicazione aziendale, che non il sito in sé. E’ però un’area che ha una forte ricaduta sul sito web, e quindi va presa in considerazione.
Se i contenuti dal proprio sito web vengono condivisi sui social (tramite un post nostro, ma sopratutto tramite la condivisione diretta da parte dei visitatori), i motori di ricerca se ne accorgeranno, e utilizzeranno questa informazione per migliorare il nostro posizionamento.
HootSuite ha svolto un interessante esperimento su questo fronte, dimostrando questo effetto.
La valutazione dei social network e della loro efficacia è facile da fare per il proprietario del sito web, ed è invece più complicata da svolgere per chi cerca di analizzare la qualità di un sito senza avere accesso ai dati statistici di visite e condivisioni. Tuttavia possiamo sempre fare affidamento ad alcune osservazioni di dati pubblici, per farci una prima idea:
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Sul sito sono presenti i riferimenti ai social network? Quali? Quanti?
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Su questo fronte, la quantità dei social network presenti può non essere indice di qualità. Anzi, più sono i social network, più c’è il rischio che lo sforzo di gestione sia così diluito, da diventare irrilevante. Bisogna quindi verificare, per ogni canale, quanti sono i fan, a quanto risale l’ultimo contenuto, e che tipo di interattività ha. Se l’ultimo contenuto è di tre mesi fa e ha un like e nessuna condivisione, significa che non esiste una strategia sui social network, e sarebbe meglio probabilmente chiudere del tutto quella pagina.
(Per inciso, uno dei modi migliori perché Google indicizzi immediatamente un post su un blog è quello di condividerlo sui social!).
Conclusione
In questa guida abbiamo valutato la qualità di un sito internet, con uno sguardo generale su una grande quantità di segnali, che presi tutti insieme ci daranno un indice di qualità. E’ utile mostrare questi dati tramite un grafico detto “polare”, in cui viene mostrata non solo la qualità del sito, ma anche il bilanciamento tra le varie aree. Questo è anche un’informazione “azionabile”, cioè possiamo utilizzarla per decidere su quali aspetti intervenire con priorità.
Ecco ad esempio un sito web di qualità modesta, non a norma con la privacy, piuttosto lento, che funziona piuttosto male e probabilmente non ottimizzato per i dispositivi mobili:
Questo invece potrebbe rappresentare un sito web ben ottimizzato sul piano dei fattori tecnici e della navigazione mobile, a norma, ma con pochi contenuti e senza una strategia social.
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Se state pensando ad una valutazione del vostro sito web, probabilmente avete già qualche dubbio in proposito. Potete utilizzare queste informazioni per trarre alcune conclusioni, e magari decidere di rifarlo o di ristrutturarlo. Se volete una seconda opinione, non esitate a contattarci: Crisi della Prospettiva può aiutarvi nella decisione, e fornirvi senza impegno una valutazione di tutti questi aspetti, il vostro grafico di qualità, e (se lo vorrete) un preventivo per una ristrutturazione della vostra presenza web.